Teatro

Silvia Borsari e Paolo Andreoni: "Essere co-registi non è facile, ci vuole molta intesa"

Silvia Borsari e Paolo Andreoni: "Essere co-registi non è facile, ci vuole molta intesa"

I due filano assieme e fanno nascere La verità, vi prego, sull'amore, avanspettacolo con accompagnamento live dedicato all'amore.

Alcuni giovani attori milanesi hanno pensato di interrogarsi sull'amore in modo collettivo, ovvero usando il teatro come mezzo di comunicazione. Così, invece di parlarne al bar o al telefono, è nata una drammaturgia coordinata da una regia che vede lavorare in tandem Silvia Borsari e Paolo Andreoni.

Indovinate? I due filano assieme e fanno nascere La verità, vi prego, sull'amore. Avanspettacolo con accompagnamento live dedicato all'amore. Silvia ha fondato la Compagnia Piani in Bilico e lui ha lavorato finora per la Compagnia Jolly Rogers; tanti lo ricorderanno nel recente Faust di Marlowe, presentato al Teatro Arsenale lo scorso aprile. Ma è al Teatro Litta che si alterneranno i quattro diversi titoli.
 

Lui e lei: l'incontro; Dagli occhi delle donne; Dagli occhi degli uomini; Lui e lei: un viaggio
Proprio Paolo Andreoni, capelli neri lunghi fino alle spalle, ondulati, sorriso e sguardo da attor giovane ora nei panni del co-regista, mi concede un'intervista assai divertente. 

Come mai fate susseguire quattro diverse pièce con diversi punti di vista sull'amore? 
La circostanza è dovuta al fatto che questo spettacolo è nato per una rassegna musicale come lettura, ma subito si è voluto che ci fosse una narrazione oltre che dargli solo un tema. Volendo allargare lo spettacolo a più punti di vista verso l'incontro d'anime sole, abbiamo creato questo miniserie per spiegare l'amore da parte delle donne e degli uomini. 

Cioè? 
Così, attraverso quanto si dicono fra di loro le amiche che si raccontano storie e gli uomini che parlano di ossessioni, stando magari al parco con gli amici. Il percorso inizia con uno sguardo pseudo scientifico sull'amore e si conclude ripresentando la coppia, stavolta a Parigi, città dell'amore come si dice e luogo comune anche degli scontri che avvengono fra le coppie durante un interminabile viaggio in automobile.

Cosa avete scoperto lavorando per realizzare questi spettacoli? 
L'indagine non approda alla verità, perché ognuno ha la sua. Qui al Litta di Milano abbiamo l'opportunità di presentare le quattro fasi consecutivamente e, dalla sperimentazione iniziale, ora proponiamo ogni settimana una storia diversa chiedendo al pubblico di seguirci lungo tutto il percorso, per quanto chiunque potrà comprendere quanto già avvenuto grazie a piccoli flashback. 

Scusa, perché le donne raccontano storie e gli uomini le loro ossessioni?
Secondo me, il punto di vista maschile credo sia quello per cui "le donne sono una schiavitù di cui non si può fare a meno". Ecco il perché di un geloso, ossessionato dal tormento dei dubbi, che gioca con citazioni letterarie come frasi di Otello, di Roland Barthés... 

Ttu e la co-autrice Silvia state assieme? 
(Sorriso improvviso da timido colto in flagrante) Eh sì, infatti. 

Lavorare sul testo e sulla regia ha magari condizionato la vostra relazione? 
Noi due siamo impermeabili a tutte le tematiche trattate. Gli autori sono tre, abbiamo scritto testi di canzoni ma anche i nostri attori hanno partecipato alla drammaturgia. I copioni li abbiamo fatti a tavolino, includendo le citazione e le varie idee, cercando di riportare il tutto, seguendo un filo conduttore. E' la lente d'ingrandimento su una coppia e sul mondo che gli gira atttorno. Il verso di Auden, da cui abbiamo tratto il titolo, sta a metà fra la preghiera e l'indagine... 

E' vero, usate come titolo il verso di una poesia deliziosa e surreale di Wystag Hug Auden. Ma volete essere presi sul serio o con ironia? 
Tutte e due. Infatti al 1° episodio il pubblico si troverà inizialmente di fronte a un improbabile momento scientifico che analizza l'amore come fosse un esperimento da laboratorio ma che poi cambia registro e si trasforma in varietà, con tanto di musica e canzoni. L'aspetto scientifico ci sembrava utile perché sempre più spesso si parla del cromosoma della gelosia, dell'insensibilità, del bullismo, dell'omosessualità, etc. E' stato anche un gioco intellettuale far convivere frasi di Desmond Morris da "La scimmia nuda" mischiate a brani come '24.000 baci' di Celentano. E' tutto molto musicale. 

Che musiche avete scelto? 
All'esordio c'era solo una chitarra, ora c'è anche il pianoforte, che permette di creare tante scene in silenzio. Ecco il perché del nostro sottotitolo 'Avanspettacolo', ispirato a Pasolini ma anche a Modugno, che creavano scenette di litigi familiari e ben musicati. Il cast è di 5 persone, con un turnover di 2 personaggi per spettacolo, più video e immagini sullo sfondo, con luci della ribalta come citazione. 

In conclusione? 
Ci siamo divertiti con l'intento di divertire, senza abbassare troppo il tiro, per offrire una serata allegra, per ridere. I costumi sono casual con punte di eleganza, come lo smoking per lui e un boa di struzzo bianco per lei. C'è anche Internet, che oggi è una vetrina dell'amore con offerte di Cupido, possibilità di chattare con sconosciuti, perfino di sposarsi grazie al web. C'è pure un uomo che si prefigura di fare sesso con un robot in un possibile futuro non troppo lontano. 

Chi è al piano? 
Michele Varriale, un cane sciolto bravissimo, musicista e anche compositore. Scrive musica senza usare strumenti, gli basta solo la sua testa. 

Domanda insidiosa: ci tieni di più al lavoro o alla storia d'amore con Silvia? 
Questo lavoro mi fa sperare in una lunga storia d'amore, forse però senza ripetere l'esperienza di co-regia perché il palcoscenico è un luogo spietato, dove si esercita il potere. Essere co-registi non è facile, ci vuole molta intesa e fiducia reciproca sul risultato. Gli attori hanno bisogno sì di quattro mani ma di una testa sola, se no diventa troppo difficile seguire le indicazioni. 

E allora? Meglio fare il regista per un'altra compagnia o l'attore diretto da Silvia? 
Sì, mi riesce meglio fare l'attore con lei regista, come infatti accade nel 3° episodio, perché lei mi lascia molto libero, mentre essere co-registi è dura. Quello che ancora non è accaduto e che mi piacerebbe molto fare è recitare con lei, noi due insieme sul palco.